Il punto di vista degli utilizzatori di Mobile POS: la cassa è davvero smart?

Lo smartphone si può trasformare in un vero e proprio Point of Sales (POS), ossia in uno strumento in grado di accettare i pagamenti elettronici tramite carta nel punto di vendita fisico. I primi Mobile POS sono nati in USA a fine 2009 grazie all’avvento di Square, una startup che ha inventato una periferica da attaccare al telefono per trasformalo in un POS. Il fenomeno, promosso in primis dalle startup e poi da tutti gli attori più tradizionali del mondo dei pagamenti, è sbarcato in Italia nel 2013. Ha poi preso piede l’anno successivo, spinto anche dall’evoluzione della normativa che obbliga gli esercenti ad accettare i pagamenti con carta.

Oggi a pochi anni dal lancio, il Mobile POS si trova nel mezzo di una importante evoluzione a livello internazionale, che ne sta cambiando la concezione e le modalità di utilizzo. Inizialmente concepiti e promossi come soluzioni adatte per soggetti che lavorano in mobilità, i Mobile POS stanno acquisendo un ruolo sempre più importante anche all’interno dei punti vendita. Alcuni grandi esercenti stanno ridisegnando fisicamente il negozio, riducendo i punti cassa e dotando gli addetti alle vendite di Mobile POS integrati con i servizi di front-end dei sistemi cassa. Si sta arrivando a una terza fase di evoluzione, in cui i Mobile POS stanno diventando componenti fondamentali dei sistemi di cassa evoluti, che integrano ai pagamenti e ai servizi di front-end anche una serie di servizi ed elaborazioni di back-end.