Arriva Apple Pay Later: le Big Tech investono sul Buy Now Pay Later

Il 28 Marzo 2023, Apple ha annunciato in una press release il lancio del suo servizio di Buy Now Pay Later, reso disponibile in fase di pre-lancio per alcuni utenti scelti. La decisione del colosso di Cupertino di espandere la propria gamma di servizi di pagamento era già stata resa nota lo scorso giugno durante il Worldwide Developers Conference, quando gli sviluppatori hanno annunciato le nuove features dell’ultima versione iOS. È diverso tempo che l’azienda ha inglobato all’interno del proprio brand servizi legati all’ambito pagamenti, da Apple Pay ad applicativi software per permettere agli esercenti di accettare pagamenti elettronici.

Le caratteristiche dell’offerta

Il servizio della Big Tech guidata da Tim Cook, inizialmente disponibile solo negli Stati Uniti, permette di suddividere l’acquisto di un prodotto o servizio in 4 rate lungo un orizzonte temporale che può variare fino a una lunghezza massima di 6 settimane. Il servizio sarà disponibile sia al checkout online sui siti di eCommerce (per tutti gli esercenti che accetteranno questa modalità di pagamento) sia negli store fisici per chi pagherà con iPhone o iPad. L’importo da versare verrà di volta in volta mostrato nel Wallet e nel calendario dell’utente, il quale riceverà una notifica e una mail prima che il pagamento venga effettuato. L’importo rateizzabile varia da 50 a 1.000 dollari e, ad oggi, l’unico strumento di pagamento collegabile è la carta di debito.

Il percorso di Apple nel mercato del Buy Now Pay Later

La scelta di inserire la carta di debito come strumento di pagamento associato è particolarmente interessante, se consideriamo che molti degli attori del BNPL, siano essi fintech o incumbent, si sono spesso invece appoggiati sulle carte di credito, che permettono di profilare meglio gli utenti grazie al controllo pregresso che viene fatto da parte della banca emettitrice. A questo proposito, Apple ha spiegato che la ragione dietro a questa scelta è da ricercarsi nella volontà del colosso americano di evitare l’indebitamento eccessivo dei suoi utenti. Nel corso degli ultimi anni, la società americana ha svolto diverse operazioni per garantire che l’infrastruttura del suo servizio di BNPL fosse solida, anche nella fase di valutazione di affidabilità dei clienti. A marzo 2022 Apple ha acquisito per 150 milioni di dollari la fintech britannica Credit Kudos, specializzata nell’utilizzo dell’Open Banking per fornire il credit scoring degli utenti finali. Con questa operazione, Apple eviterà la condivisione delle informazioni dei consumatori con terze parti e sarà in grado di gestire internamente i controlli sull’eleggibilità del credito. Al momento del pagamento infatti, viene fatto un rapido controllo per verificare la posizione finanziaria dell’individuo che richiede di poter usufruire del servizio. Dal punto di vista tecnico, il finanziamento dell’operazione avviene tramite Apple Financing LLC, una società controllata da Apple Inc. che si occupa della valutazione del credito e dei prestiti. Quest’ultima avrà anche il compito, a partire dall’autunno 2023, di fare il reporting delle attività degli utenti alle credit bureaus statunitensi.

Come si muovono le altre Big Tech?

Il BNPL ha affascinato anche altri colossi tecnologici, che hanno stretto partnership con fornitori già affermati nel settore per integrare questa opzione nelle loro offerte ai clienti. Google è stata la prima, collaborando con Afterpay nel 2020. A seguire nel 2021 è stato il turno di Microsoft e Amazon 2021, che hanno stretto partnership rispettivamente con Zip (per il mercato australiano) e Affirm. Amazon ha inoltre recentemente annunciato di aver esteso la propria offerta dagli Stati Uniti al Canada. Non si conoscono ancora le intenzioni di Samsung, che nel corso degli anni ha spesso prodotto delle offerte simili alla rivale Apple. Il vantaggio principale di queste aziende è costituito dalla grande quantità di dati in loro possesso (provenienti dalla loro grande base di utenti), anche se l’intervento dei diversi organismi regolatori potrebbe rappresentare un ostacolo, così come il business model in evoluzione.

A cura di

Ivano Asaro

Ivano Asaro

Innovative Payments, 5G & Beyond

Direttore degli Osservatori Innovative Payments e 5G & Beyond

Matteo Ruggieri

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Innovative Payments

Ricercatore Osservatorio Innovative Payments

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