La rotta di sviluppo dell’AAM e la sfida allo sviluppo infrastrutturale
A cura di:
Alberto Curnis – Ricercatore dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata
Il paradigma dell’Advanced Air Mobility (AAM), ossia l’utilizzo dei droni per il trasporto di merci e di persone, pare non essere più un’utopia a fronte del crescente numero di attori coinvolti/interessati a far parte di questo nuovo ecosistema e dei molteplici progetti sperimentali annunciati “a gran voce” nelle prime pagine di svariate riviste e blog di settore e non.
Certamente questo non significa che nell’immediato troveremo un drone postino pronto ad attenderci di fronte alla porta di casa con l’atteso regalo ordinato per le prossime feste natalizie o che potremo prendere un “taxi-volante” per far fronte al sempre più problematico congestionamento dei centri urbani ed extra-urbani, ma ciò che è evidente è che un percorso di sviluppo è già stato tracciato e questo futuro non è più così remoto o “fantascientifico” come la moltitudine crede.
Proprio gli aggiornamenti su questo percorso di sviluppo dell’AAM sono stati il tema chiave approfondito in occasione del Workshop di inizio ottobre dell’edizione 2022/2023 dell’Osservatorio Droni e Mobilità del Politecnico di Milano, in cui con la Community ci si è confrontati sulle diverse iniziative nazionali e internazionali e sul cruciale sviluppo infrastrutturale, in particolare di vertiporti, per l’introduzione di questi servizi innovativi.
LO STATO DI SVILUPPO INTERNAZIONALE E NAZIONALE
A livello internazionale sono 246 i casi applicativi di AAM censiti1 dall’Osservatorio tra gennaio 2019 e giugno 2022, di cui 46 relativi ad annunci di progettualità o test intercorsi nell’ultimo anno. Si conferma la forte attenzione al tema della delivery tramite droni (88% dei casi) di merce di differente natura: pacchi generici (55%), materiale medico urgente (43%) e qualche sperimentazione relativa a carichi pesanti (2%), ad esempio tra l’hub principale e il centro di smistamento.
Per quanto riguarda il trasporto di persone (12% dei casi), i cui vincoli tecnologici e di sicurezza sono indubbiamente più stringenti rispetto al trasporto merci e su cui si dovrà attendere un periodo più lungo per vedere le prime operatività, si registra un rilevante trend di crescita con un raddoppio dei casi nel 2022 rispetto all’anno precedente. Tra le realtà più attive negli ultimi mesi spiccano diversi nomi, tra cui la tedesca Volocopter, da sempre uno dei leader del settore, e la svedese Jetson, di cui la produzione del suo aerial vehicle Jetson ONE è attualmente sold-out per il biennio 2022-2023.
Concentrandosi sull’Italia, l’Ing. Carmela Tripaldi, Direttore Ricerca e Sviluppo Nuove Tecnologie e Aerospazio, dell’ENAC è intervenuta in questo appuntamento condividendo alla Community gli avanzamenti dei mesi successivi alla pubblicazione del Piano Strategico Nazionale AAM (2021-2030) nel settembre dello scorso anno. Tra questi, si evidenzia la firma di importanti Memorandum of Understanding (MoU) con le regioni, nello specifico Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia e Veneto, e con le stesse municipalità, come Milano, Torino, Cortina d’Ampezzo, Venezia, Firenze e Bari. Evidenze di un percorso avviato e di cui l’Italia vuole preservare il ruolo di apripista a livello europeo.
LO SVILUPPO INFRASTRUTTURALE: I VERTIPORTI
Lo sviluppo dell’AAM ha di fronte a sé però diverse sfide che il settore deve affrontare a livello sia nazionale sia internazionale. Tra queste, oltre allo sviluppo normativo e all’accettazione sociale, spicca sempre più il tema dello sviluppo di tutte quelle infrastrutture necessarie per accogliere queste nuove soluzioni e abilitarne i servizi innovativi.
Queste infrastrutture si suddividono in due macro-famiglie: da una parte quelle fisiche, come i vertiporti2, i distribution hubs3 e le stazioni rifornimento/ricarica, e dall’altra parte, da non dimenticarsi, quelle digitali, come i sistemi ATM/UTM4, i centri di comando e controllo delle operazioni e le infrastrutture di comunicazione. Quest’anno la ricerca si è concentrata ad approfondire propria una di queste infrastrutture: i vertiporti.
Cosa è un “vertiporto”? L’EASA definisce con questo termine “un’area di terra, acqua o una struttura utilizzata o destinata a essere utilizzata per l’atterraggio e il decollo di aeromobili VTOL (Vertical Take-Off and Landing)”. In particolare, sono due gli elementi chiave da evidenziare: l’integrazione e l’accessibilità. Un’integrazione che queste infrastrutture necessitano e abilitano in termini di tipologia di trasporto (merci e persone), di progetto (collegamento fra tessuto urbano ed extra-urbano), di spazio aereo (convivenza fra aviazione tradizionale e droni), e, certamente, di modalità di trasporto, in cui fondamentale è l’orientamento verso la multimodalità e il paradigma del Mobility as a Service (MaaS)5, in cui anche questa modalità di trasporto rappresenterà un pezzo importante del puzzle. Parallelamente, vi è un tema di accessibilità, in quanto il concreto sviluppo ed efficacia operativa di tali soluzioni deve, per ragion d’essere, coinvolgere l’intero ecosistema, aprendosi ai molteplici attori e ai differenti aeromobili eVTOL presenti sul mercato o in via di sviluppo.
Diverse sono ad oggi le società sviluppatrici di queste soluzioni a livello internazionale, tra queste anche alcune realtà Made In Italy, ad esempio Giancarlo Zema Design Group, il cui Chairman è intervenuto proprio in occasione del Workshop portando un approfondimento sulle diverse infrastrutture per l’Urban Air Mobility e la Smart City sviluppate dalla società. In particolare, ad oggi sono 57 i progetti di sviluppo vertiporti a livello internazionale censiti dall’Osservatorio. Tra questi spiccano anche casi italiani, come quello di Aeroporti di Roma (ADR) per lo sviluppo dell’infrastruttura sfruttando il parcheggio multipiano dell’Aeroporto di Fiumicino, il cui prototipo è stato aperto a parte del pubblico in occasione dello svolgimento di alcuni test dimostrativi con la società Volocopter nelle giornate del 6 e 7 ottobre. Altro caso degno di menzione è quello portato avanti da SEA Milan Airports, la cui Project Manager UAM Development, Claudia Carrà, ha presentato nel corso del Workshop il percorso intrapreso dalla società per lo sviluppo dell’AAM in Lombardia. Obiettivo: il raggiungimento della piena operatività in occasione delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026!
1Censimento svolto tramite l’analisi di 68 testate: 16 specialistiche del settore droni (i.e. Quadricottero News, DroneZine), 48 generaliste (i.e. il Sole 24 Ore) e 6 specialistiche di altri settori (i.e. Il Giornale della Logistica)
2Aree in cui i droni possono atterrare, parcheggiare e ritirare pacchi/passeggeri
3Magazzini con stazioni di carico/scarico merce e inventario per la consegna anche tramite droni
4Sistemi per la coesistenza nello spazio aereo del traffico droni con quello tradizionale
5Il Mobility as a Service (MaaS) è un concetto globale di mobilità che prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato accessibili grazie ad un unico canale digitale. Attraverso “piattaforme digitali di intermediazione”, che combinano varie funzionalità e garantiscono diverse alternative di viaggio – dal trasporto pubblico al car sharing, dal bike sharing ai taxi – gli utenti possono pianificare, prenotare e pagare più servizi in base alle proprie esigenze
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