Connected Car: l’evoluzione dei modelli di business
A cura di:
Giulio Salvadori – Direttore Osservatorio Connected Car & Mobility
Nonostante il comparto Automotive abbia risentito degli effetti legati prima alla pandemia e successivamente ai rincari delle materie prime e dell’energia, il mercato delle auto connesse è destinato a crescere nei prossimi anni sia in Italia, sia a livello internazionale. In primo luogo, un importante motore di crescita è legato agli sviluppi normativi: a titolo di esempio, l’entrata in vigore in Europa – a partire proprio da luglio 2022 – della normativa europea1 che rende obbligatoria l’adozione di specifici sistemi ADAS per tutti i nuovi veicoli.
In secondo luogo, assistiamo – secondo i recenti studi dell’Osservatorio Connected Car & Mobility – al crescere del numero di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dalle auto connesse, grazie ai quali possono integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. Manutenzione predittiva basata sul monitoraggio dei componenti, possibilità di ordinare cibo e prenotare un ristorante direttamente dall’abitacolo, capacità di regolare la temperatura dell’auto da remoto sono solo alcuni esempi a cui le case automobilistiche stanno già lavorando.
Ad esempio, i produttori di auto potranno contare sempre più sulla componente hardware già installata in fase di produzione per puntare su servizi abilitati dalla connettività come differenziale competitivo. Grazie alla connettività, è già oggi possibile verificare malfunzionamenti del veicolo e attivare eventuali riconfigurazioni direttamente da remoto, in modalità Over-The-Air (OTA), evitando di effettuare recall su interi lotti di produzione. Secondo alcune stime2 è possibile risparmiare circa 89 euro per auto a seguito della riduzione di recall su vasta scala, offrendo un servizio più rapido al cliente e riducendo gli impatti negativi in termini di immagine del brand.
In prospettiva, si pensi a un’auto connessa che, dietro pagamento di un importo, permetta al guidatore di attivare alcuni optional anche in momenti successivi all’acquisto, o per periodi limitati di tempo (relativi, ad esempio, alla sfera della sicurezza, con sistemi avanzati di assistenza alla guida, o del comfort, con sedili riscaldanti attivabili solo nel momento del bisogno).
Gli esempi possibili non riguardano solo i produttori di veicoli, ma anche altri attori della filiera, quali le assicurazioni o gli operatori stradali. Si pensi a una compagnia assicurativa che oggi è sempre più in grado non solo di far variare il premio sulla base dello stile di guida, ma anche della fonte di alimentazione utilizzata (ad esempio in un’auto ibrida), o del numero e della tipologia di sistemi ADAS già presenti a bordo veicolo. Oppure a un operatore stradale, che potrà utilizzare i dati provenienti dalle future Smart Road da un lato per comunicare informazioni utili agli utenti che si trovano alla guida (quali la localizzazione di colonnine di ricarica nelle vicinanze, la presenza di parcheggi liberi disponibili o di ostacoli / incidenti lungo il percorso); dall’altro per certificare i dati provenienti dalla strada, come ad esempio quelli relativi alla dinamica esatta con cui si è generato un incidente, o l’esatta posizione di un cantiere, di un ingorgo o di una buca lungo il percorso.
Crediamo, inoltre, che nei prossimi anni lo sviluppo della Connected Car non dipenderà più solo dalla crescente diffusione di auto connesse, o delle loro “tradizionali” funzionalità, ma anche dalla possibilità di pensare alle auto come a un canale di vendita, anch’esso intelligente, attraverso cui portare al cliente servizi innovativi o addirittura funzionalità di prodotto avanzate (“In-Car purchase”). Si pensi ad esempio a un’auto connessa che, dietro pagamento di un importo, permetta al guidatore di aumentare la potenza del motore o, nel caso di auto elettriche, di estendere l’autonomia della batteria. Un caso concreto è quello a cui sta lavorando ad esempio Tesla, che ha reso disponibile per un nuovo modello di SUV elettrico un aggiornamento software opzionale, attivabile direttamente tramite App anche in una fase successiva all’acquisto dell’auto, che permette di migliorare le doti di accelerazione del veicolo. È quindi possibile pensare che sul mercato saranno sempre più disponibili auto con numerose funzionalità, ma che alcune di queste saranno bloccate e fruibili solo dietro pagamento di un (modesto) prezzo.
Su questi temi, anche sul fronte della domanda si riscontrano importanti passi in avanti lungo la strada dei servizi. Già oggi, più della metà (52%) dei consumatori italiani3 in possesso di auto smart dispone anche di servizi associati alla connettività. I servizi maggiormente in uso riguardano l’assistenza stradale in caso di guasto del veicolo (17%), l’invio di soccorsi in caso di sinistro (15%), i servizi di manutenzione predittiva che permettono di prevenire i guasti (14%) e la possibilità di attivare un call center dedicato in caso di bisogno (13%).
Non solo: tra coloro che hanno intenzione di acquistare un’auto connessa in futuro, ben il 75% è disposto a pagare un prezzo aggiuntivo per le funzionalità smart. Un consumatore su tre lo farebbe solo dopo un periodo di prova, mentre un consumatore su quattro pagando tutto e subito.
1New General Safety Regulation (EU) 2019/2144
2Fonte: Automotive Defect & Recall Report – Stout, 2019
3Fonte: survey CAWI realizzata dall’Osservatorio Connected Car & Mobilty in collaborazione con Doxa, Gennaio 2022
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