Il PNRR e la nascita del Polo Strategico Nazionale
A cura di:
Jacopo Polverino, Analista, Osservatorio Cloud Transformation
A seguito della pandemia di Covid-19, l’Unione Europea ha sviluppato il fondo per la ripresa Next Generation EU dal valore complessivo di 750 miliardi di euro, con i diversi stati che per accedere ai finanziamenti hanno presentato proposte di riforme e investimenti. Tra questi, l’Italia ha presentato negli ultimi mesi del 2021 il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dal valore complessivo di 191,5 miliardi di euro.
Il Piano vede tra i suoi obiettivi la promozione della digitalizzazione sia in ambito privato che in ambito pubblico, con diversi interventi di modernizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. Per queste iniziative sono previsti finanziamento per una cifra complessiva di 6,14 miliardi di euro, in cui rientrano investimenti dedicati alla facilitazione della migrazione, all’aggiornamento e alla creazione di nuove infrastrutture dedicate e alla gestione dei dati al loro interno.
L’ambizioso obiettivo del Piano vede la migrazione del 75% delle Pubbliche Amministrazioni italiane su servizi Cloud entro il 2026, grazie a importanti interventi di razionalizzazione dell’infrastruttura Data Center, partendo da un quadro iniziale che vede il 95% degli 11.000 Data Center utilizzati attualmente dalla PA con carenze nei requisiti minimi di sicurezza.
Ma qual è lo scenario per la Pubblica Amministrazione italiana nel 2022? Quali azioni sono state portate avanti per la migrazione al Cloud degli enti?
Innanzitutto, l’approvazione da parte del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale della Strategia Cloud Italia, basata su tre direttrici fondamentali per la trasformazione della PA:
– la creazione del Polo Strategico Nazionale (PSN), un’infrastruttura nazionale per l’erogazione di servizi Cloud, con gestione e controllo di indirizzo autonomi da fornitori al di fuori dell’Unione Europea;
– il percorso di qualificazione dei fornitori Public Cloud e dei loro servizi con l’obiettivo di garantire che le caratteristiche e i livelli di servizio siano in linea con i requisiti necessari di sicurezza, affidabilità e rispetto delle normative rilevanti;
– l’implementazione di una metodologia di classificazione dei dati e dei servizi gestiti dalle pubbliche amministrazioni per la loro migrazione verso il PSN o un Public Cloud qualificato.
Riguardo il PSN, vero e proprio pilastro per la Pubblica Amministrazione, che ospiterà i dati critici della PA centrale e delle aziende sanitarie, è stata assegnata negli scorsi mesi la gara alla cordata vincitrice composta da TIM, Sogei, Leonardo e Cassa Depositi e Prestiti per una cifra finale di poco inferiore a 2,7 miliardi di euro, con le operazioni per la sua realizzazione attualmente in corso d’opera.
La trasformazione del mondo pubblico si estenderà poi a livello locale, con 715 milioni messi a disposizione in due finanziamenti per la migrazione dei comuni verso il Cloud, con l’obiettivo di permettere ai comuni italiani l’utilizzo di servizi della nuvola affidabili e sicuri.
Il percorso di migrazione vedrà quindi una prima classificazione dei dati da trasferire in Cloud a seconda della loro importanza e permetterà alle Pubbliche Amministrazioni di appoggiarsi al PSN o migrare su un Cloud Pubblico di operatori certificati.
Una volta terminata la realizzazione del Polo, la migrazione del mondo pubblico entrerà nel vivo attraverso un percorso in step, con l’obiettivo di portare sulla nuvola una corposa fetta delle PA italiane nei prossimi 4 anni.
I segnali sono ad oggi positivi, con il mondo pubblico che ha intrapreso una strada cruciale per la sua trasformazione verso il Cloud, elemento ormai strategico che porterà a molte interessanti progettualità all’interno degli enti centrali e locali del Paese.
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