Vino, prosciutto, formaggi e molto di più: la finanza torna alla terra

16 gennaio 2017 / Di Antonella Moretto / 0 Comments

Un servizio al telegiornale del 27 dicembre ha illustrato un fenomeno che nell’ultimo anno è stato spesso discusso sulle pagine finanziarie, relativo al finanziamento delle scorte di beni quali vino, formaggi, prosciutto, etc. Il mondo finanziario è stato capace di intercettare un bisogno concreto di imprese operanti in settori chiave dell’economia italiana, che si trovano a fronteggiare esborsi rilevanti di denaro per produrre i propri beni, ma che vedono ripagati i propri costi solo a distanza di anni, a causa di lunghi periodi di stagionatura o invecchiamento dei prodotti, che rappresenta una fonte chiave nella creazione del valore del prodotto. Ed è così che le forme di parmigiano o le bottiglie di vino diventano i nuovi lingotti da proteggere e la finanza torna ad avere un legame forte e diretto con le imprese del territorio e con le esigenze dell’economia reale.

Questi esempi virtuosi potrebbero anche aumentare considerevolmente nei prossimi mesi. È infatti del luglio 2016 una nuova normativa che introduce nel nostro paese il cosiddetto “pegno non possessorio”, che permette di erogare finanziamenti garantiti da prodotti, senza che questi debbano essere fisicamente trasferiti al finanziatore, e permettendone il trasferimento dalle materie prime ai prodotti finiti, fino ai ricavi della vendita. Questo apre la possibilità di finanziare scorte di molte tipologie di beni, senza che sia necessaria un’identificazione puntuale del singolo pezzo. Tale normativa costituisce una novità rilevante per il contesto normativo italiano, che si allinea in questo modo a ciò che già accade nei paesi anglosassoni. Grazie a tale normativa, settori quali la ricambistica, l’elettronica, il farmaceutico o comunque settori con un valore delle scorte elevato in continua rotazione e una necessità di cassa altrettanto importante si stanno mobilitando e stanno studiano modalità ad hoc di utilizzo.

Esempi concreti? Purtroppo ancora nessuno, poiché per l’implementazione pratica occorre la costituzione di un apposito registro digitale da parte dell’Agenzia delle Entrate, che garantisca i finanziatori. Tale registro era atteso entro la fine del 2016, ma ad oggi purtroppo non è ancora stato istituito. La finanza ha quindi trovato nuove modalità di supporto alle imprese strettamente connesse alle caratteristiche specifiche del business, la normativa si è adeguata velocemente, ma l’implementazione richiede un passaggio pratico in più che purtroppo tarda ad arrivare.


Antonella Moretto e Federico Caniato, Direttori Osservatorio Supply Chain Finance

  • Autore

Ricercatore in ambito Purchasing and Supply Management presso la School of Management del Politecnico di Milano e Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance. Docente di Supplier Relationship Management nel corso di laurea in Ingegneria Gestionale.