Snapchat entra in borsa, parte in quarta, poi il calo: come valutarla?

15 marzo 2017 / Di Andrea Lamperti / 0 Comments

Snapchat ha fatto il suo esordio in borsa una settimana fa con un valore di IPO secondo solo a quello di Alibaba nel 2014.

Nel solo primo giorno di contrattazioni ha guadagnato il 44%, arrivando ad una capitalizzazione di oltre 33 miliardi di dollari rispetto ai 24 miliardi di partenza. Se l'esordio è stato da record, nei giorni successivi si è registrato un netto calo sempre a due cifre. Come poter valutare quindi Snap Inc. (l'azienda che controlla Snapchat) nel lungo periodo?

Facebook nel maggio 2012 era arrivato all'IPO con la seconda valutazione di sempre, per poi "sgonfiarsi" con un prezzo di scambio che per più di un anno è stato più basso di quello dell'esordio. Twitter ha avuto un andamento opposto: esordio esplosivo (+73% nel primo giorno di contrattazione) e prezzo che ha resistito per circa 2 anni sopra il prezzo di esordio, per poi essere colpito da scetticismo e crollare ad un valore inferiore di oltre il 60% rispetto a quello dell'IPO. Non bastano quindi pochi giorni (né qualche settimana o addirittura un anno) di contrattazioni in borsa per poter dare un giudizio "definitivo".

Per affermarsi completamente, Snapchat dovrà superare le stesse preoccupazioni che in passato hanno colpito Facebook (bravo, poi, a sconfessarle) e Twitter (di cui invece ancora soffre), ossia: quale sarà il modello di ricavi? Come monetizzerà gli oltre 150 milioni di utenti attivi al giorno? Sarà in grado di incrementare nel tempo il proprio numero di utenti?

La sua diversità rispetto agli altri Social network, in particolare nell'impostazione e condivisione di contenuti effimeri e istantanei, da una parte ha portato velocemente Snapchat al successo soprattutto tra gli utenti più giovani, ma dall'altra parte non lascia troppo spazio agli inserzionisti che preferirebbero un feed di contenuti da sfogliare nel quale inserire i propri messaggi pubblicitari. Inoltre, gli altri social network hanno iniziato a "copiare" alcune funzionalità di Snapchat, contando sulla propria base di utenti ancora ampiamente maggiore e senza snaturare completamente il proprio servizio; questo potrebbe compromettere il tasso di crescita del numero di utenti sulla piattaforma gialla. Al momento, infatti, Snapchat non sembra avere molti colpi in canna senza dover rivoluzionare al proprio posizionamento.

Nel 2013 il CEO di Snapchat rifiutò, tra lo scetticismo di molti, un'offerta di acquisizione da parte di Facebook di circa 3 miliardi di dollari, e ha avuto ragione. Saprà ora superare anche gli attuali scetticismi e trovare un modello di revenue che porterà Snapchat nell'Olimpo dei social network?

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Direttore dell’Osservatorio Internet Media - Ricercatore presso gli Osservatori Digital Innovation dal 2011.